IMMUNITA’ NATURALE, ARTIFICIALE E ACQUA CALDA: IL CLAMOROSO CASO DEI GUARITI.

di Silvano Tramonte *
Le più elementari regole della medicina e della biologia sanciscono da tempo immemore che il sistema immunitario di chi ha già contratto un patogeno è già in grado, senza necessità di alcun “rinforzo”, di fronteggiare adeguatamente un eventuale reincontro con lo stesso agente infettivo.
Nel caso del Sars-Cov-2, ai primi studi che dimostravano (Wajnberg et al. 2020) come l’immunità umorale permanesse per almeno i cinque mesi successivi all’infezione, si sono susseguite le evidenze che dimostravano come l’immunità naturale umorale, derivante dall’aver contratto l’infezione, perdurasse per almeno 20 mesi (Alejo et al., 2022; Yang et al., 2022) e che nei guariti è rilevabile una immunità cellulare di memoria permanente (Wang et al., 2021; Ng et al., 2016; Rodda et al., 2021; Cohen et al., 2021; Ansari et al., 2021; Bilich et al., 2021; Turner et al., 2021; Gao et al., 2022; Jeffery-Smith et al., 2021; Le Bert et al., 2021; Winklemeier et al., 2022).
In base alle analogie osservate con altri coronavirus umani e animali (dalla cui infezione è derivata una immunità eccezionalmente duratura e sicuramente rilevabile fino a 18 anni (Ng et al., 2016; Le Bert et al., 2020; Kojima et al., 2021), si può ragionevolmente affermare che l’immunità acquisita con l’infezione da Sars-Cov-2 permanga stabilmente nel tempo!
Gli studi susseguitisi sul virus Sars-Cov-2, confermando quanto sopra, hanno poi acclarato che:
❖ la pregressa infezione produce un’immunità protettiva di maggior efficacia e di lunga durata anche nei confronti delle nuove VOC che, qualora si verifichi il raro evento della reinfezione, è efficacemente protettiva anche da malattia grave, ospedalizzazione e morte (Chemaitelly et al., 2022; Altarawneh et al., 2022; Flacco et al., 2022; Nyberg et al., 2022; Wolter et al., 2022; Pilz et al., 2022; Gazit et al., 2022; Goldberg et al., 2022; Azzi et al., 2021; Reddy et al., 2021; Neidleman et al., 2021; Sheikh-Mohamed et al. 2022;
❖ la carica virale dei soggetti guariti e poi reinfettati è piuttosto bassa (e comunque di molto inferiore a quella dei soggetti vaccinati anche con booster), e quindi con esigua potenzialità di diffusione virale (Kuhlmann et al., 2022; Abu-Raddad et al., 2022; Letizia et al., 2021; Pilz et al., 2022; McGonagle, 2022);
❖ la vaccinazione nei guariti produce un beneficio insignificante (Nordström et al., 2022; Shenai et al. 2021; Medic et al., 2022; Gazit et al., 2021) mentre espone i soggetti a una percentuale di effetti avversi superiore fino al 60% rispetto ai soggetti covid-naive (d’Arminio Monforte et al., 2021; Mathioudakis et al., 2021; Menni et al., 2021; Raw et al. 2022; Debes et al., 2021; Zappa et al., 2021; Joob et al., 2021; Angeli et al., 2022; Krammer et al., 2021; Kings College London COVID Symptom Study, 2021, Tré-Hardy et al., 2021, Buonfrate et al., 2021; Barda et al., 2021);
❖ una recentissima pubblicazione su Science cita il fenomeno dello “smorzamento immunitario ibrido”, descrivendo come la combinazione di infezione e successiva vaccinazione (c.d. immunità ibrida) determinerebbe un impatto negativo sulla successiva immunità protettiva nei confronti della VOC Omicron e dei suoi sotto lignaggi (Reynols et al. 2022);
❖ non vi è differenza alcuna tra immunità naturale e immunità ibrida nel prevenire i rischi correlati a una successiva reinfezione o infezione post vaccinale (Al-Aly et al., 2022);
❖ non esistono dati sperimentali relativi a vaccinazione di soggetti guariti, dal momento che gli stessi sono stati esclusi aprioristicamente da tutti i trials condotti dalle case farmaceutiche produttrici dei vaccini;
❖ gli attuali vaccini, come è ormai noto, non hanno attività sterilizzante e il loro effetto immunizzante degrada rapidamente nel tempo fino a raggiungere addirittura efficacia negativa, finanche sui decessi (Nordstrom et al., 2022; Tseng et al., 2022; Chemiatelly et al., 2022; Andrews et al., 2022; cfr. anche Emani et al., 2022, preprint), per cui l’obbligo attualmente previsto ex-lege per i sanitari al fine di prevenire il contagio, non può essere assolto utilizzandoli;
❖ come peraltro accertato dai consulenti tecnici della Procura della Repubblica di Siracusa nel “caso Paternò”, esiste correlazione eziologica tra la presenza di IgG per Sars-CoV-2 (che indicano una pregressa infezione) e la morte per disregolazione immunitaria (ADE) avvenuta a seguito di successiva vaccinazione antiCovid.
Orbene, l’immunità, in medicina, è la condizione, innata o acquisita, di refrattarietà, resistenza, di un organismo a una malattia infettiva o all’azione di una tossina. Per tossina si intende una sostanza biologica che possiede un’azione dannosa, anche a minime dosi, sugli organismi viventi. Si basa sulla capacità del sistema immunitario di distinguere il sé dal non sé, e dunque individuare qualunque presenza aliena, vitale o no che sia, estranea dunque, e distruggerla.
Mi guardo bene dal fare una lezione sull’immunità, materia troppo complessa per essere trattata in questa sede, e mi limiterò a dire il minimo necessario per rendere comprensibile ai più, e spero a tutti, il fenomeno.
L’immunità si presenta in due differenti tipologie: innata e acquisita (in realtà la terminologia non è del tutto appropriata ma adeguata al nostro scopo). L’immunità innata riconosce solo la caratteristica di estraneità e dunque non è specifica ma generica, interviene immediatamente ed è piuttosto efficace contro invasori sconosciuti ma non efficacissima. Per avere una risposta più efficace si dovrà aspettare l’impiego di truppe speciali la cui mobilitazione però richiede tempo, un tempo che a volte non si ha e il paziente soccombe alla malattia. Se il paziente non soccombe, questa reazione di difesa globale che ha messo in campo tutti i meccanismi di cui disponeva diventa un’esperienza di cui si mantiene memoria e da quel momento, di fronte al medesimo aggressore, l’entrata in campo di mezzi di difesa specifici sarà più rapida ed efficace e costituirà l’immunità acquisita. L’immunità acquisita è estremamente specifica, un poco più lenta ma potentissima; riconosce immediatamente il nemico e l’entrata in campo di truppe addestrate a combattere proprio lui è veloce ed efficiente.
Ecco perché ci vacciniamo. Col vaccino noi addestriamo il nostro sistema immunitario a riconoscere un nemico particolarmente pericoloso e aggredirlo e distruggerlo prima che abbia il tempo di organizzarsi e prendere il sopravvento. È però evidente che il vaccino non può costituire una minaccia per l’organismo che lo deve ricevere e dunque sarà prodotto in modo da essere un nemico per addestramento non pericoloso, un po’ come potrebbe essere lo sparring partner per un pugile. Questo è il motivo per cui l’addestramento con un finto avversario produce una capacità inferiore rispetto a quella che produce un combattimento vero con un vero nemico. È nella logica delle cose ed è risaputo. È un dato certo ed acquisito. E non da poco: i famosi monatti che Manzoni cita descrivendo la peste erano persone condannate a morte, carcerati oppure persone guarite dalla malattia. E la malattia era una di quelle da far tremare le vene e i polsi. Purtuttavia i guariti dalla peste si prestavano a questo servizio civile come pochi di noi oggi potrebbero, non avendo più la medesima fiducia nel proprio sistema immunitario. E nella scienza! Avendo chiarito, come spero, gli aspetti base dell’immunità, vediamo questo interessante lavoro del prof. Giorlandino, direttore scientifico dell’Istituto di Ricerca Altamedica, che sarà presentato al congresso della Società Italiana di Genetica Umana, e da cui emerge che chi ha già contratto il virus non ha bisogno di vaccino.
Non solo. Riporto le parole di Giorlandino in corsivo così come appaiono nell’articolo dell’agenzia AGI ripreso da questo link:
https://www.agi.it/salute/news/2022-09-07/covid-chi-ha-avuto-virus-non-ha-bisogno-di-vaccino-17973525/?fbclid=IwAR1-mRHBSh4mqQ4kVU1iIGbOdXF9fA-Xi71qV8Y7L0Vr7QM7GeZ9kYynyu8
“Lo studio è stato eseguito dai ricercatori dell’istituto Altamedica con una metodica unica, la citometria a flusso sui linfociti B di memoria. Da questa ricerca emerge che la memoria immunologica per il SARS-CoV-2 permane a lungo, indefinitamente.”
Tale studio sperimentale, eseguito su un considerevole numero di soggetti guariti dall’infezione, dimostra che la memoria immunitaria esiste ed è molto efficace, contrariamente a quanto si sosteneva per giustificare l’imposizione della vaccinazione ai guariti. Imposizione precoce, tra l’altro, come se l’immunità vaccinale fosse meglio di quella naturale.
Giorlandino afferma, infatti, che non vi è paragone tra l’efficacia dell’immunità naturale e quella, modesta e limitata post vaccinale. Questa affermazione è giustificata dal fatto che questi farmaci genici impiegati come vaccini non forniscono tutta la gamma antigenica del virus intero e attivo ma solo contro una parte, la proteina spike, che è anche quella parte in cui avvengono le maggiori mutazioni, il che rende la variante più invisibile agli anticorpi da vaccino che sono molto specifici e quindi hanno un range di riconoscimento molto stretto. È come se un poliziotto, anticorpo vaccinale, dovesse identificare un criminale avendo solo l’identikit degli occhi mentre un altro, anticorpo naturale, avesse l’identikit dell’intera faccia.
Ancora Giorlandino: “Sappiamo poi che il virus non è più aggressivo come prima della variante Omicron […] Da allora; infatti, la quasi totalità dei decessi riferiti dai media non avvengono a causa del Covid, ma per cause diverse in soggetti che sono solo positivi al tampone. Sulla base di questo l’esecuzione di una quarta dose di vaccino è totalmente inutile”.
E conclude: “L’idea poi che chi si sia vaccinato sviluppi semmai una malattia inferiore non è più attuale. […] oggi è il virus stesso che, come è sotto gli occhi di tutti, ha perso virulenza soprattutto nei non vaccinati. I nuovi vaccini Pfizer che l’industria statunitense sta cercando di introdurre con la modificazione dell’RNA attivo contro alcune nuove (ma oramai anche esse inattuali) varianti omicron risultano destituiti di utilità. Innanzitutto, perché il virus, come detto, ha perso la sua pericolosità, l’aggressione dei polmoni, e poi perché le varianti si susseguono incessantemente e possono essere contrastate solo da chi ha acquisito, con l’infezione, l’immunità naturale contro tutto il virus, indipendentemente dalle varianti che interessano solo piccole parti di esso.”
E qui sta l’acqua calda: abbiamo dovuto fare una ricerca per scoprire che l’acqua, sottoposta a riscaldamento, aumenta la propria temperatura e diventa calda. In realtà dovevamo saperlo, così come avremmo dovuto sapere un sacco di altre verità piuttosto risapute e acquisite dalla scienza medica ma inopinatamente dimenticate. Potrei fare un lungo esempio ma è un esercizio in cui mi sono cimentato già molte volte e credo che oramai non sia più necessario; mi limiterò a citare le più eclatanti: tachipirina e vigile attesa, divieto di autopsie, divieto di visite domiciliari, divieto di cure domiciliari, non realizzazione dei corridoi sanitari, trasgressione grossolana del codice deontologico, utilizzo di un farmaco sperimentale per una somministrazione di massa, resa obbligatoria con ricatti e minacce di ogni tipo, green pass basato su falsi scientifici, inoculazioni in trasgressione alle più elementari norme della medicina e contro le indicazioni dei produttori, ecc. ecc. Comunque, ora che finalmente abbiamo scoperto l’acqua calda, usiamola! Laviamo i panni sporchi, laviamoci le mani lorde di sangue e cerchiamo di espiare le colpe di cui molti si sono macchiati.
Le persone che hanno subito danni, fisici, psicologici, morali o economici, si sono riunite in gruppi per ottenere attenzione, giustizia, riconoscimento, a volte cure.
Uno di questi gruppi è il Coordinamento nazionale Comitati Guariti da Covid, che ha scritto recentemente una lettera alle forze politiche e alle Autorità sanitarie istituzionali denunciando la gravità della situazione dell’obbligo vaccinale per i guariti e la sua pericolosità oltre che insensatezza, evidenziando otto punti principali per cui non ha alcuna logica l’obbligo vaccinale nei confronti di soggetti già guariti. Ne riporto uno, quello che ha maggiore attinenza col nostro tema ma dovrei riportarli tutti e otto dato che sono tutti piuttosto rilevanti:
❖la pregressa infezione produce un’immunità protettiva di maggior efficacia e di lunga durata anche nei confronti delle nuove VOC che, qualora si verifichi il raro evento della reinfezione, è efficacemente protettiva anche da malattia grave, ospedalizzazione e morte (Chemaitelly et al., 2022; Altarawneh et al., 2022; Flacco et al., 2022; Nyberg et al., 2022; Wolter et al., 2022; Pilz et al., 2022; Gazit et al., 2022; Goldberg et al., 2022; Azzi et al., 2021; Reddy et al., 2021; Neidleman et al., 2021; Sheikh-Mohamed et al. 2022;
Chi fosse interessato troverà il resto della lettera al seguente link: Manifesto guariti.pdf – Google Drive

*Medico chirurgo e consigliere Direttivo EUNOMIS


Articoli correlati

“VIRUS, VARIANTI E VACCINATI: facciamo un po’ di chiarezza”

di Silvano Tramonte*. L’immagine sottostante è tratta da “Il Fatto Quotidiano” del 5...