di Silvano Tramonte*
Un recente articolo (https://bmjpublichealth.bmj.com/content/2/1/e000282) sull’eccesso di mortalità dei ricercatori olandesi (pubblicato su BMJ Public Health) ha suggerito – anche se con molta prudenza e quasi senza parere – che forse, ma forse eh, i vaccini covid potrebbero aver avuto un ruolo di limitate dimensioni nel contribuire alle recenti morti in eccesso registrate nei paesi fortemente vaccinati. Anche così, il fatto che sia stato pubblicato sul British Medical Journal, rivista prestigiosa ma non proprio esente dalle influenze della narrazione ufficiale, suscita un certo stupore. Che stia cambiando il vento?
Lo studio è stato fortemente criticato.
Il “Centro Princess Maxima”, importante centro di oncologia pediatrica, si rammarica profondamente che questa pubblicazione possa dare l’impressione che l’importanza delle vaccinazioni sia messa in discussione.”
Siamo alla sola possibilità che possa dare l’impressione di mettere in discussione i vaccini; eppure, sta scatenando un putiferio, segno di quante code di paglia ci siano in giro per il mondo.
Lo studio esamina solo le morti in eccesso nel 2020-2022 e solo per i paesi occidentali. Manca completamente il 2023, anno in cui quasi non ci sono state morti per covid ma la campagna vaccinale non si è arrestata, seppur rallentata, la sanità ha ripreso a lavorare normalmente così come la vita, a parte l’Italia naturalmente.
Lo studio utilizza il database Our Word in Data che a sua volta si basa su vari sistemi nazionali che non sono sempre accurati o hanno modi molto diversi di segnalare i decessi e questo costituisce certamente un limite. D’altra parte nessuno studio di questo genere sarebbe senza limiti o difetti. Anche avere come riferimento un quinquennio ormai così lontano, più che nel tempo nei cambi sistematici che il tempo ha portato, è un limite grosso.
Ma, come è evidente, ogni considerazione su effetti avversi e decessi implica, di conseguenza, la considerazione di quanto siano efficaci questi cosiddetti vaccini covid19. E torniamo al rapporto costi benefici. Come scrivevo fin da prima che questi farmaci genici venissero autorizzati e utilizzati, la cosa importante è che i rapporti rischio/beneficio atteso e costo/beneficio ottenuto siano a favore e non a sfavore. Vuol dire che, date le condizioni di pericolo, dichiarate ma non dimostrate né dimostrabili in realtà, giacché le dimostrazioni sono esattamente contrarie, in una condizione di emergenza si può accettare che il rapporto rischio/sicurezza sia non favorevolissimo come si pretende in condizioni di normalità, ma la stessa cosa non può valere per il rapporto costo/beneficio. Il primo rapporto è un rapporto basato su ipotesi dunque assai fallace, il secondo è invece basato su constatazioni di realtà dunque assai cogente. Quindi ci si deve chiedere: i vaccini covid19 sono stati utili, sono serviti, hanno salvato vite umane e quante?
Si dà per scontato che tali vaccini abbiano salvato milioni di vite, lo dicono tutti. Ma questa “verità” è come l’araba fenice: che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa. Sono affermazioni indimostrate e indimostrabili mentre, più il tempo passa e più il contrario diventa credibile e dimostrato.
Sappiamo però che ci sono paesi come l’Australia e le Filippine che non hanno mai sperimentato una mortalità significativa fino all’introduzione del vaccino. Sappiamo che nel Regno Unito si sono verificati picchi di mortalità per tutte le cause in seguito al lancio del vaccino e che c’è stato un massiccio aumento di persone che richiedono l’assegno di invalidità in seguito al lancio del vaccino. Ma ovviamente nessuno ha dimostrato ancora la causalità, soprattutto perché non è possibile farlo, perché, semplicemente, non è concesso e non esiste una volontà di scoprirlo; magari, invece, esiste una volontà di non scoprirlo.
Medico chirurgo e consigliere Direttivo EUNOMIS*