INCONGRUENZE PANDEMICHE. La dissonanza cognitiva che sistema le cose con buona pace (apparente e fittizia) di tutti.

di Silvano Tramonte*

Da Wikipedia: Per dissonanza cognitiva si intende una dissociazione mentale tra la realtà e il proprio comportamento, cercando di giustificare con pensieri logici ma privi di fondamento, le nostre abitudini o i nostri comportamenti contradditori, portando a mentire a sé stessi. Fatta la premessa, passiamo ai fatti. Il Corriere del 22 dicembre riporta un’intervista a Giorgio Palù di Margherita De Bac dal titolo: Palù (Aifa): «Il Covid non è più una pandemia, meno letale dell’influenza»

https://www.corriere.it/cronache/22_dicembre_16/palu-aifa-il-covid-non-piu-pandemia-meno-letale-dell-influenza-7721ea1c-7d21-11ed-93d0-fd9373385b22.shtml

Sottotitolo. Il virologo presidente di Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco: «Non ce ne libereremo mai. Continuerà ad essere presente con picchi nella stagione invernale assieme agli altri virus respiratori».

Per aver detto la stessa cosa due anni fa fui lapidato, in tutti i gruppi professionali di FB in cui lo dicevo, con parole che non tenevano alcun conto del dettato deontologico. Questo articolo riprende molte delle cose che dicevo quando ero, credo, l’unico a farlo, almeno pubblicamente, in un blog di una rivista che poi mi censurò e cancellò tutti i miei articoli.

Segue parte del testo dell’articolo del Corriere in corsivo virgolettato chiosato dal mio commento punto per punto.

“Sono quattro i principali connotati di una pandemia. È una malattia che si diffonde rapidamente a livello globale, è spinta da un nuovo agente contagioso, sorprende un’umanità scoperta dal punto di vista immunitario e infine non trova né farmaci né misure di prevenzione capaci di contrastarla. Requisiti, a parte la presenza planetaria, di cui è sprovvisto oggi il Covid-19 , a quasi tre anni dal suo esordio ufficiale tra di noi.”

I primi tre punti erano certamente presenti e validi fin dall’inizio ma non il quarto poiché le terapie domiciliari che si è dovuto ammettere, obtorto collo, fossero efficaci esistevano ed erano note fin dalla prima Sars.

Il prof. Palù afferma poi che bisognerebbe considerare che la pandemia non esista più e continua:
«Non è neppure un’endemia. Continuerà ad essere presente con picchi nella stagione invernale assieme agli altri virus respiratori. La sua letalità su stima globale è ora dello 0,045% rispetto all’1-2% di quando ha esordito nel nostro Paese. Quindi meno letale dell’influenza che questa settimana, assieme ad altre infezioni respiratorie, ha un’incidenza 5 volte superiore al Covid-19, colpisce 16 adulti e 56-60 bambini sotto i 5 anni ogni mille abitanti. Su 100 casi, circa la metà sono dovuti al ceppo influenzale di tipo A, il 10% a Sars Cov 2 e il 30-40% ad altri virus stagionali».

Questa frase contiene affermazioni e dati estremamente importanti e che fanno chiarezza, direi definitiva, se attribuiamo al Presidente di AIFA quell’autorità scientifica che la carica istituzionale necessariamente implica. Vediamo. Intanto abbiamo il dato della letalità del virus: 0,045%, cioè nulla, che difatti autorizza a considerare terminata la pandemia e praticamente innocuo il Sars-cov-2. Poi, ridimensiona all’1-2 % la letalità iniziale del virus originale, cioè comunque piuttosto bassa, tanto bassa da obbligarci a chiederci se era davvero necessario fare tutto quello che abbiamo fatto coi costi spaventosi che abbiamo pagato sul piano sociale economico e sanitario, e dico sanitario perché c’è il forte sospetto che molte morti siano dovute più alle misure messe in atto per evitarle che al virus stesso. La giornalista, difatti, rileva la contraddizione tra queste valutazioni e quanto messo in pratica e commenta:

“Sminuisce un rischio contro il quale finora, ci avete raccomandato, lei compreso, di non abbassare la guardia. Ha cambiato idea col cambio di governo?
«No, sono cambiati virus e ospiti, noi cioè, per larga parte immunizzati naturalmente o grazie ai vaccini. Nella prima fase l’interesse della collettività doveva prevalere su quello individuale ed è stato giusto mettere l’obbligo di vaccinazione per certe categorie. Oggi bisogna commisurare i diritti individuali con quelli della collettività. Nessuna nuova variante è all’orizzonte e Omicron è stabilmente duratura da oltre un anno».”

Il virus è certamente cambiato e altrettanto certamente siamo cambiati noi, ma questo sarebbe successo comunque sia al virus e sia a noi stessi, per la naturale evoluzione delle cose come la virologia ci insegnava già ai miei tempi, e son tempi lontani. Allora, sapendo che sarebbe successo e con una letalità iniziale dell’1-2% era davvero il caso di contravvenire ad una regola della virologia che vietava di vaccinare in corso di epidemia? Sarà per questo che siamo arrivati ad una letalità “ufficiale” del 10% o più? Ma andiamo avanti, Palù dice: “Nella prima fase l’interesse della collettività doveva prevalere su quello individuale ed è stato giusto mettere l’obbligo di vaccinazione per certe categorie.” Chi lo dice che doveva prevalere l’interesse collettivo sull’individuale? Nella Costituzione non c’è scritto e se non è scritto lì, dove siamo andati a prenderlo? La costituzione prevede la possibilità del TSO (trattamento sanitario obbligatorio) ma a patto che non pregiudichi in nulla e per nulla la salute dell’individuo che subisce l’obbligo ma questa certezza non c’era perché il farmaco non era stato sperimentato, dunque l’obbligo non sarebbe stato lecito. In via alternativa, se introdotto, avrebbe dovuto essere monitorato con cura per sospenderlo al primo apparire del minimo problema non transitorio e non risolvibile in qualche giorno. Inoltre un TSO è individuale non collettivo quindi ogni vaccinato avrebbe dovuto essere valutato clinicamente per escludere qualunque controindicazione, mentre sappiamo benissimo che nessun esonero veniva accettato dai vaccinatori.

 “Anche la vaccinazione cade nell’oblio?

«Al contrario. Continua ad essere fondamentale per proteggere le categorie a rischio, se non ci fosse stata non saremmo qui a parlarne. È dimostrato che il vaccino se non difende in modo completo dall’infezione, è uno scudo all’80-90% contro la malattia grave. Gli over 60 e i fragili devono fare la quarta dose, gli immunodepressi anche la quinta. Ricordo che ci sono ancora 6-7 milioni di italiani non vaccinati».”

Ma come? Abbiamo a che fare con un virus che da una malattia, la covid19, che ha una letalità dello 0.045%, un quinto dell’influenza, la quale genera 6-8000 decessi/anno, e valutiamo fondamentale la vaccinazione per proteggere le categorie a rischio per le quali non ci siamo mai preoccupati che l’influenza ne facesse strage? Il vaccino influenzale per tali categorie a rischio era ed è solo consigliata e non è mai diventata un caso nazionale. Il vaccino è uno scudo efficace sollo per pochi mesi. Che si fa? Si vaccinano i fragili ogni 3 o 4 mesi? Una cosa mai esperimentata da nessuno e con quello che oggi si sa sugli effetti avversi? E quelli che hanno sviluppato un’immunità naturale anche se fragili, vacciniamo anche quelli facendo una cosa tanto illogica quanto pericolosa? Ma caro collega, quei 6 o 7 milioni di non vaccinati possibile che non siano mai entrati in contatto col virus? In 3 anni? Saranno immuni, se non tutti quasi, e li vogliamo vaccinare? Ma perché? Anche questa è cosa contraria alle regole dell’immunologia.

 Mascherina sì o no?

«Sì certamente in luoghi affollati, mezzi pubblici, ambienti di ricovero e cura. Non solo per esigenze di sanità pubblica, ma soprattutto per assolvere a un dovere sociale e etico. Proteggere i più deboli».

Ma se questo fosse vero, allora perché per la covid sì e per l’influenza no che è 5 volte più letale della covid? Dov’è la logica? Se dovessimo assumere che portare la mascherina è un dovere sociale ed etico, non dovremmo più vivere senza mascherina con tutti i virus che ci sono in circolazione, i batteri resistenti agli antibiotici, e i fragili che continuano ad aumentare. E finiremmo a tentare di inseguire il rischio zero di vivere quando, in realtà, morire ne è l’inevitabile conclusione. Allora, decidiamoci, vogliamo murarci vivi in una camera asettica per l’insana ossessione di proteggerci dai microrganismi che infestano il pianeta e coi quali abbiamo convissuto per migliaia di anni proteggendoci alla grande con un Sistema Immunitario dalle prestazioni egregie? A spiriamo a vivere in eterno senza vivere affatto? Come avremo il coraggio di abbassare quella mascherina per bere il caffè da una tazzina “solo” lavata e non sterilizzata completamente? Mangiare un panino imbottito toccato da chissà chi o su cui, orrore, magari si è posata una mosca? Ah, le mosche… certo, dovremo annientarle, eliminarle dalla faccia della terra, troppo pericolose per viverci insieme! Anzi, tutta la roba che vola e si posa dovunque e può raccogliere virus che poi ci porta sulla pelle! E le zanzare, che ci inoculano chissà che infernale malattia! Allora ecco, la soluzione è una scelta tra due opzioni: o sterilizziamo il pianeta tutto intero fin nelle sue profonde viscere laviche, oppure ci chiudiamo in uno scafandro per tutta la vita che sia capace di impedire ogni possibile contatto e contagio in qualunque momento della giornata. Troveremo il modo di alimentarci e risolvere il problema delle eiezioni: potremmo sostituire tutto il tubo digerente con una superbatteria e la notte attaccarci alla corrente di ricarica, e così tenere attivo lo scafandro e tutte le sue funzioni vitali e tutti i chip che avremo sottopelle, sensori per la telemedicina automatica e il rilascio dei farmaci. Ovviamente nello scafandro ci nasceremo artificialmente evitando qualunque pericolosissimo contatto con chiunque altro e passeremo la vita intera lì dentro, senza uscirne mai, finalmente al sicuro da tutto!

Voi.

Io continuerò a mangiarmi il mio panino seduto per terra con le mani sporche d’olio mentre sistemo la moto al bordo della strada prima di ripartire senza nemmeno più il casco e il gilet rifrangente e i guanti omologati; e continuerò a baciare la pelle nuda di una donna, quando ne troverò una.  Buona vita, gente!

Medico chirurgo e consigliere Direttivo EUNOMIS*


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