LA TRUFFA DEI DADI TRUCCATI

Dadi o dati per me pari son…
E’ più facile truccare i dati che i dadi, entrambi trucchetti vecchi come il mondo, ma, alla fine, il trucco funziona solo coi gonzi che si fanno spennare di tutto: tanto quattrini come diritti, libertà, lavoro, dignità e perfino intelligenza.  Si sta diffondendo molto in questi giorni un’argomentazione la cui semplicità è studiata per catturare un gran numero di consensi: il confronto tra dicembre 2020 e dicembre 2021, usandolo come prova della bontà dei vaccini.
 
Riporto, in forma anonima, il testo di un post trovato su Facebook che recita: Covid, contagi al 23/12/2020 13.908 (media sette giorni 14.733), decessi 628 (media sette giorni 569). Al 22/12/2021: contagi 36.326 (media sette giorni 27.199): +161%; decessi 146 (media sette giorni 128): -77% Ricoveri al 19/12/2020 29.706 (terapie intensive 2.949). Ricoveri al 19/12/2021 8.276 (terapie intensive 907). Diminuzione ricoveri 72%, diminuzione terapie intensive 69%. L’ostilità ai vaccini non è una questione di ignoranza in materia di virologia, ma di matematica.
Addendum: un anno fa i tamponi erano stati 87.000 (positivi 15,98%), oggi 901.000 (positivi 4,03%). Così per dire che il vaccino serve anche a contenere il contagio.
 
E la gente si bea di tanta felicità. La felicità è come l’alcool i cui fumi stordiscono. Ci si inebria per una notizia sapientemente costruita e distribuita e ci si dimentica che la realtà è un’altra, bruttina, a cui però già siamo adattati, abituati, assuefatti, “normalizzati”. Il solerte estensore del post sciorina i suoi dati, che poi discuteremo, e conclude affermando: L’ostilità ai vaccini non è una questione di ignoranza in materia di virologia, ma di matematica.  E così costruisce una trappola nella quale cade lui per primo trascinando dietro la stragrande maggioranza di coloro che lo leggono e gli testimoniano compiaciuti il consenso. La trappola è, appunto, l’indiscutibilità matematica. E la matematica non è un’opinione. Dunque? Dunque l’assunto per cui l’ignoranza matematica vale più dell’ignoranza virologica è falso: la matematica non sbaglia, ma possono essere sbagliati i dati che si usano, possono essere incompleti, possono essere manipolati, raggruppati male ecc… ecc…; ecco perché, in realtà, è la conoscenza virologica specifica e medico-scientifica più in generale che fa la differenza. Non è il matematico che può interpretare i dati ma lo scienziato. Per questo Doshi insisteva tanto sul poter disporre dei dati grezzi. Con la statistica e la matematica si può dimostrare quello che si vuole a seconda di come si usano i dati, o  non usano, come in questo caso. Ammettendo poi che siano tutti dati veri!
Parto dal fondo per comodità: il confronto tra i tamponi 2020/2021 non è corretto giacché le finalità con cui si facevano i tamponi erano completamente diverse: nel 2020 si facevano per confermare i sintomatici e se ne facevano pochi, nel 2021 si fanno per dimostrare di essere negativi e se ne fanno moltissimi di più, ma proprio con lo scopo opposto.
Dunque, il merito del vaccino si costruisce tutto su prove indiziarie, soggettivamente interpretate.  Ma la relazione di causa ed effetto non è dimostrata. Si rileva una correlazione temporale, ma nulla più. Il vaccino gode di una condizione, quella del principale sospettato. E’ quello più in vista, certamente, a cui si attribuisce una certa efficacia, che non vogliamo negare, ma da farlo diventare da sospettato principale a unico meritevole, il passo è lungo. Sarebbe certamente vero se ci fossero solo i vaccini e il virus, ma non è così.
 
Non ci sono solo i vaccini e il virus, ma un sacco di altre variabili.
Se si considerano solo i vaccini si commette un errore pregiudiziale poiché, senza altri concorrenti al titolo è ovvio che questo venga attribuito all’unico partecipante. Ma qui siamo pieni di partecipanti, solo che l’incontro è truccato e tutti gli altri vengono esclusi dalla gara.
Vediamoli: le varianti, numero e qualità; la variazione storica della rilevazione; le cure domiciliari, sempre più applicate ed efficaci; la differente gestione dei tamponi tra vaccinati e non vaccinati; la composizione percentuale dei tamponati tra vaccinati e non vaccinati; la distanza temporale dall’ultima vaccinazione; la velocità di endemizzazione del virus; l’entità dell’endemizzazione del virus; l’invariabilità del vaccino; la diminuzione dei soggetti più facilmente suscettibili di malattia grave (a questo scopo giova ricordare che quando arriva il terremoto crollano subito ed in massima parte le case pericolanti che alla seconda scossa saranno già crollate, ma la prima scossa avrà danneggiato strutturalmente edifici che, pur non crollati, saranno diventati pericolanti e dunque cadranno alla seconda scossa sebbene più leggera della prima, e via così); sfalsamento temporale tra le ondate; variazioni climatiche; variazioni comportamentali; entità del periodo osservato; differente concentrazione dei dati ecc. ecc. Non esaminerò tutte queste variabili perv non fare diventare l’articolo un trattato ma è ovvio che più variabili ci sono e più il fenomeno diventa tutto un concorrere di concause sinergiche a quel risultato.
Nella fattispecie non è corretto confrontare i dati al 23/12/2020 con quelli del 22/12/2021 poiché non sono per nulla confrontabili e per alcuni aspetti che andrebbero considerati: ignoranza del fenomeno, indecisioni iniziali, impreparazione, disorganizzazione, condizioni epidemiologiche differenti, condizioni sanitarie differenti ecc… ecc… Per farlo bisognerebbe introdurre dei correttivi, ma la cosa è talmente complicata che risulta impossibile per ottenere dati affidabili o che si possano dimostrare corretti. Però qualche considerazione la possiamo fare sui dati grezzi. Intanto il computo per il 2020 parte dal 24 di febbraio mentre il computo per il 2021 parte dal gennaio cui si aggiungono gli ultimi giorni di dicembre 2020 quindi non sono 24 mesi ma 22, i dati sono ricavati dal sito
Se prendiamo in considerazione i primi 11 mesi e i secondi 11 mesi, come mi pare più corretto fare, vengono fuori queste cifre, arrotondate all’unità:
 
PRIMI UNDICI MESI
Contagi 2.425.826
Morti     82.034
Guariti 1.823.323
Attivi   605.955
 
SECONDI UNDICI MESI
Contagi 3.066.642
Morti     53.042
Guariti 3.110.339
Attivi   402.729
 
Visti così i numeri ci raccontano un’altra storia, sebbene statica e senza la visione dei trend mensili e settimanali. Però se dobbiamo confrontare il periodo con e senza vaccino direi che questa è la cosa migliore poiché il mese di gennaio non c’era praticamente nessuno con ciclo completo dunque è una buona approssimazione. Il numero dei contagi aumenta di un 20% circa passando da 2,5 milioni a 3 milioni circa. Poco significativo e non in linea col maggior numero di tamponi eseguiti nel 2021, cosa discussa poco sopra, e giustificato dal montare di un fenomeno importante ma passato sotto silenzio ed ignorato completamente: l’instaurarsi dell’immunità naturale, certamente più utile di quella artificiale.
Ma non dimentichiamoci che con un tasso di vaccinazione del 90% circa i contagi non avrebbero dovuto aumentare ma diminuire e di un bel po’.
Questo depone per l’incapacità del vaccino di bloccare i contagi e ormai lo sappiamo, dunque questa non è che una conferma.
I guariti passano da 1,8 milioni a 3,1 milioni con un aumento importantissimo del 75%. Il vaccino potrebbe aver contribuito a determinare questo risultato, ma bisogna pur considerare che altri fattori possono averlo fatto: il cambio delle terapie ospedaliere, l’incremento poderoso delle terapie domiciliari sebbene ufficialmente vietate, una maggiore abitudine all’attenzione, una maggiore razionalizzazione e organizzazione della vita quotidiana, una maggior diffusione del contagio in una popolazione in cui i fragilissimi erano stati in gran parte falciati dai primi undici mesi e la restante popolazione si dimostrava ovviamente più resistente e qualche altra ragione probabilmente meno evidente, il che ci porta ad attribuire un qualche valore ai vaccini dato che non appare discutibile la loro efficacia nei primi 4 mesi dal compimento del ciclo vaccinale ma in proporzione questi appaiono meno rilevanti delle altro condizioni, dato che la loro efficacia si estingue rapidamente al punto da necessitare di una terza dose e fors’anche una quarta. Questo ci riporta a considerare una variabile menzionata di sfuggita menzionata: l’immunità naturale.
 
Nessuno la considera ma se introduciamo questa variabile i numeri vanno interpretati in modo differente, anche perché l’immunità naturale è ormai certo che duri assai di più di quella artificiale. E certamente l’immunità naturale ha influito parecchio nel contenere il numero dei contagi ma non il numero dei guariti, ovviamente.
 
Il numero degli attivi passa da 605.955 a 402.729, il calo di più di 200.000 unità appare tutto dovuto all’entrata a regime delle nuove terapie ospedaliere e del potenziamento delle terapie domiciliari che si impongono nonostante l’ingiustificata opposizione governativa.
 
E veniamo ai decessi. I decessi dovrebbero essere i dati più certi, in realtà non è affatto così. Sappiamo come nel 2020 il numero dei decessi sia stato artatamente aumentato attribuendo alla covid tutti i decessi che avvenivano. E’ dunque molto difficile stimare i morti del 2020 ma se prendiamo le cifre così come sono i morti sono passati da 82.000 a 53.000
con una differenza di sole 30.000 unità. Da questi 30.000 decessi vanno defalcati i decessi avvenuti per altre patologie ma attribuiti alla covid19, i decessi avvenuti per terapie sbagliate domiciliari, i decessi avvenuti per terapie sbagliate ospedaliere. Questi tre fenomeni sono certamente maggiormente rappresentati nel 2020 piuttosto che nel 2021 ma non v’è modo di quantificarli se non sommariamente. Ancora tipico del 2020 è che la stragrande maggioranza dei soggetti fragilissimi sono deceduti tutti all’inizio per le condizioni già citate ma anche e soprattutto per l’estrema fragilità del loro sopravvivere. Alla luce di tutte queste considerazioni non pare che i vaccini abbiamo poi davvero fatto una grande differenza. Altro dato rilevante ma incommensurabile è il numero dei decessi da vaccino, che annulla in parte il numero di vite salvate. Questo è un dato importantissimo evidentemente che però nessuno si è preso la briga di raccogliere. Strano! Se invece di prendermi tutta questa briga in omaggio alla correttezza e alla obbiettività mi fossi limitato a considerare i morti del 2020 contro i morti del 2021 ecco le cifre nude e crude: 2020, 70.799 decessi come risulta da bollettino ISS del 29 dicembre mentre 2020+2021, 137.513 decessi (Le statistiche del coronavirus in Italia (statistichecoronavirus.it)) dunque se sottraiamo 70.799 da 137.513 otteniamo 66714 che è il numero dei decessi attribuibili alla covid nel 2021. No comment!
 

 
 

che prende in considerazione il periodo di un mese tra novembre e dicembre 2021 troviamo che dei 7.291.722 di non vaccinati:
 
1:78 si contagia e di questi 1:21 finisce in ospedale, 1:150 finisce in TI e 1:150 muore.
Dei 30.829.431 vaccinati con ciclo completo entro 5 mesi:
1:301 si contagia e di questi 1:65 finisce in ospedale, 1:639 finisce in TI e 1:552 muore
Degli 11.949.919 vaccinati con ciclo completo da più di 5 mesi:
1:209 si contagia e di questi 1:19 finisce in ospedale, 1:305 in TI e 1:94 muore.
Dei 2.189.265 milioni di vaccinati con terza dose:
1:825 si contagiano e di questi 1:21 finiscono in ospedale 1:331 in TI e 1:156 muore.
 
Mi pare evidente dai dati ufficiali italiani che il vaccino non comporti grandi vantaggi: vaccinati e non vaccinati decedono più o meno con la stessa frequenza a parte il gruppo dei vaccinati entro 5 mesi che muoiono 3,5 volte meno, compensato però dal fatto che il gruppo dei vaccinati da più di 5 mesi muore 1,6 volte di più dei non vaccinati mentre tra non vaccinati e gruppo con terza dose i decessi sono identici.
Il dato preoccupante, oltre alla poco utile efficacia dei vaccini che a fronte di una durata estremamente limitata nel tempo, 4/5 mesi, offrono un rischio di eventi avversi gravi assai importante nell’immediato e del tutto sconosciuto a breve, medio e lungo termine, è che i pazienti non muoiono in TI e questo dato è vero soprattutto per i vaccinati con ciclo completo da più di 5 mesi e per i vaccinati con 3 dosi. Questa discrepanza tra ricoveri in TI e numero dei decessi indica, probabilmente, le morti improvvise che avvengono in qualunque ora del giorno ed in qualunque luogo.
Se poi sommiamo il numero dei decessi tra vaccinati senza distinzione vediamo che, a fronte di 620 morti tra non vaccinati, i morti tra i vaccinati sono 1015. In totale dunque ci sono 1635 morti.  Questo vuol dire che su 100 morti 38 sono non vaccinati e 62 vaccinati alla data del 7 dicembre.
O, detto in un altro modo, tra i non vaccinati ne sono morti 1:150 mentre tra i vaccinati 1:165.
Ma non è finita. Perché il numero dei decessi tra i vaccinati, quello vero, non è quello visto ora ma è più alto. Quanto più alto non è dato sapere ma a occhio e croce direi un bel po’. Al numero dei vaccinati morti per coronavirus, andrà aggiunto il numero dei vaccinati morti di vaccino per una reazione più o meno immediata. Ma poi, a questo nuovo totale andranno aggiunti tutti i decessi legati ad eventi avversi fatali a breve, medio e lungo termine. Io mi fermo qui. Non concludo nemmeno. E’ talmente spaventosa la prospettiva da lasciare senza parole.

Dr. Silvano Tramonte
Coordinatore Gruppo Medico scientifico EUNOMIS