GIOIE E DOLORI DELLA CENSURA DI REGIME

di Silvano Tramonte*

Le due facce della medaglia.

La lettura di un articolo, piuttosto corposo, su una rivista di divulgazione scientifica di Springer, Minerva, ha attirato la mia attenzione, questo è il link:

https://link.springer.com/content/pdf/10.1007/s11024-022-09479-4.pdf?pdf=button

Ha attirato la mia attenzione per l’argomento e per il modo assai esplicito con cui viene trattato. L’articolo è molto lungo, 70 pagine, ma ne riporterò i passi più interessanti, tralasciando gli incisi che riportano le parole degli intervistati, tutti medici e ricercatori prestigiosi che sono stati pesantemente censurati e discriminati.

In realtà, fin dall’inizio della covid19, la categoria dei medici non si è trovata compatta nel condividere e seguire le posizioni ufficiali, in Italia e nel resto del mondo: se la maggioranza si è accodata dietro le autorità governative, le agenzie di controllo, l’OMS e i maggiori Centri Accademici i Comitati e le Commissioni Tecniche dei vari governi e le Società scientifiche, molti medici un po’ in tutto il mondo hanno mostrato la propria perplessità, sempre più corposa e convinta mano a mano che passava il tempo, costituendo una schiera di dissidenti che andava facendosi sempre più numerosa; ma ciò che desta veramente stupore è vedere come molti di questi dissidenti fossero vere e proprie personalità di grande rilevanza scientifica e accademica, perfino un premio Nobel, che invece di essere considerati e suscitare sani e proficui confronti sono stati zittiti, denigrati, tacitati, censurati e licenziati.

“I nostri risultati indicano il ruolo centrale svolto dalle agenzie dei media e in particolare dalle società di tecnologia dell’informazione, nel tentativo di soffocare il dibattito sulle politiche e sulle misure relative al COVID-19. Nello sforzo di mettere a tacere le voci alternative, è stato fatto un uso diffuso non solo della censura, ma anche delle tattiche di soppressione che hanno danneggiato la reputazione e le carriere di medici e scienziati dissenzienti, indipendentemente dal loro status accademico o medico e indipendentemente dalla loro rilevanza prima che esprimessero una posizione contraria.”

Questo è davvero strano. Come mai una comunità scientifica si rifiuta di ascoltare i suoi migliori rappresentanti? Si suppone che tali persone debbano essere gratificate di un’autorità morale indiscutibile che comporti la considerazione, almeno, delle proprie posizioni. Invece no, sono scattati immediatamente l’epurazione e l’ostracismo.

L’emergere di COVID-19 ha portato a una proliferazione di controversie e disaccordi sulla conoscenza e la politica relative a COVID (Liester2022), compresa l’origine del virus SARS-CoV-2(van Helden et al. 2021), misure restrittive adottate dalla maggior parte dei governi come il distanziamento sociale, i blocchi, il tracciamento dei contatti e i requisiti della mascherina (Biana e Joaquin 2020), l’uso di alcuni trattamenti della malattia e l’esclusione di altri (Mucchielli 2020), la sicurezza e l’efficacia dei vaccini contro COVID -19, e l’implementazione di “green pass” in molti paesi (Palmer 2021). Harambam (2020) ha definito queste controversie “Corona Truth Wars”.

 “La guerra della verità sul coronavirus” è certamente una definizione molto azzeccata dato che, tra tutti i problemi che ci ha portato questo virus quello di conoscere la verità è certamente grande, urgente, e di difficile soluzione data la spaventosa commistione di bugie e verità che albergano dovunque tra le due fazioni che si fronteggiano: se, difatti, la narrazione ufficiale mente e manipola, quella che le si oppone è una realtà complessa e disomogenea in cui affluiscono gruppi e individui che sfruttano la caratura scientifica di alcuni per far passare posizioni che attengo più alla fantasia che alla scienza, agitatori che discreditano, infiltrandosi nel campo dei dissenzienti alcuni in buona fede altri in malafede. Il costrutto narrativo poggia sempre su paradigmi astratti e fideistici fino ad esprimere argomentazioni senza basi logiche e scientificamente sostenibili. È la classica formula della falsificazione, mentire per sedurre, annichilendo, le vittime fino al dominio totale. Laddove non sia sufficiente la forza della narrazione, si ricorre allo stupro psicologico con ricatti e minacce fino a quello fisico della carcerazione e della limitazione.

“Dall’inizio della pandemia, mentre i governi e le autorità sanitarie sostenevano che fossero necessarie restrittive politiche di blocco per affrontare la pandemia e prevenire i decessi, molti scienziati e medici hanno messo in dubbio l’etica e la moralità di tali tattiche, inclusi premi Nobel e importanti medici e studiosi (es. AIER 2020; Abbasi 2020; Bavli et al. 2020; Brown 2020; Ioannidis 2020; Lenzer 2020; Levitt 2020). Inoltre, dall’inizio del 2020, un numero crescente di scienziati e medici ha sostenuto che la pandemia, così come i dati sulla morbilità e la mortalità, erano stati gonfiati ed esagerati (Ioannidis 2020; Brown2020); che le politiche e le restrizioni estreme hanno violato i diritti fondamentali (Biana e Joaquin 2020; Stolow et al. 2020); e che i governi stavano utilizzando campagne di paura basate su ipotesi speculative e modelli predittivi inaffidabili (Brown 2020; Dodsworth 2021). Alcuni studiosi, medici e avvocati hanno indicato pregiudizi, occultamento e distorsioni di informazioni vitali riguardanti i tassi di morbilità e mortalità delCOVID-19 che hanno fuorviato i responsabili politici e il pubblico (AAPS 202; Abbasi 2020; AIER, 2020; Fuellmich 2020; King 2020).”

Detta così può apparire che tutta la faccenda della covid e relativi vaccini e terapie potesse essere considerata una semplice contrapposizione di opinioni tra due gruppi di scienziati in cui la posizione del gruppo maggioritario abbia prevalso su quella del gruppo di minoranza, ma non è così. La posizione del gruppo maggioritario, inspiegabilmente, violava tutto il sapere medico acquisito e il codice deontologico imperante, e proponeva metodi e soluzioni e atteggiamenti assolutamente incongrui rispetto al sapere medico consolidato. Il perché di tale scelta è ancora avvolto dalle nebbie della disinformazione e della menzogna per cui mi asterrò dal fare ipotesi, anche perché il discorso sarebbe piuttosto lungo. È però un fatto certo che si scelse di non ottemperare al dettato del Piano Pandemico Nazionale in quelle famigerate riunioni di gennaio 2020 che portarono alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, fatto gravissimo mai accaduto prima. Questo fu il primo errore disceso però da una consapevole decisione, ne seguirono molti altri, inconcepibili eppure tutti indiscutibilmente frutto di consapevoli decisioni, l’ultimo dei quali, il più spaventoso, riguarda proprio l’adozione di un farmaco sperimentale e le modalità di utilizzo, assurde e totalmente antiscientifiche come vaccinare i guariti, le donne incinte, i bambini di qualunque età, gli adolescenti e i giovanissimi. Quello che segue è la pedissequa descrizione di quanto affermo da tempo:

 “È stato affermato che gran parte della discussione sulla pandemia di COVID-19 è stata politicizzata (Bavli et al. 2020) e che la scienza e gli scienziati vengono soppressi a causa di interessi politici ed economici (Bavli et al. 2020; King 2020; Mucchielli 2020). Questa critica è cresciuta, soprattutto dopo l’inizio della campagna vaccinale contro il COVID-19. È stata criticata la fretta con cui i vaccini a mRNA hanno ottenuto l’autorizzazione all’uso di emergenza da parte della FDA anche per i bambini; la qualità delle sperimentazioni cliniche che hanno portato all’autorizzazione dei vaccini (comprese le violazioni dei protocolli di ricerca e le prove di frode); la mancanza di trasparenza in merito al processo e ai dati che hanno portato all’autorizzazione; l’inflazione delle stime di efficacia; e la minimizzazione o l’ignoranza degli eventi avversi (Doshi 2020, 2021; Fraiman et al.2022 ; Thacker 2021)”.

 I critici hanno sostenuto che il discorso scientifico e politico che circonda il COVID-19 non è stato condotto in condizioni di parità a causa della censura e della soppressione di opinioni contrarie a quelle sostenute dalle autorità mediche e governative (Cáceres 2022; Cadegiani 2022; Liester 2022; Mucchielli 2020). Alcuni governi e società tecnologiche, come Facebook, Google, Twitter e LinkedIn, hanno adottato misure per censurare i punti di vista contrari, sostenendo che le opinioni che sfidano le politiche del governo sono una pericolosa disinformazione, e quindi la censura è giustificata per proteggere la salute pubblica (Martin 2021).

Il presente studio esplora il fenomeno della censura del dissenso dal punto di vista di noti scienziati e medici che sono stati censurati per le loro opinioni eterodosse su COVID-19, al fine di conoscere la gamma di tattiche che sono state utilizzate per censurare e metterli a tacere, così come le controtattiche che hanno usato per resistere a questi tentativi.

 Interessante è, ora, considerare come una sedicente questione di salute pubblica abbia costituito l’alibi per calpestare le costituzioni, i trattati internazionali, i sacrosanti diritti delle persone e le loro libertà a vantaggio di una millantata priorità di salute pubblica che non solo non esisteva ma non trovava neppure un accettabile sostegno giuridico. Dunque, improvvisamente, si è instaurato un regime dittatoriale sanitario che ha medicalizzato in forma miserabilmente coatta e ricattatoria gran parte dell’umanità. Che sia stato un regime dittatoriale è chiaro e indiscutibile avendo registrato la totale complicità di tutti i poteri dello stato che hanno abdicato, contemporaneamente e concordemente, alla loro fisiologica responsabilità., e dovere, di reciproco controllo. Per non parlare della Presidenza della Repubblica che ha abdicato al ruolo di garante e al Parlamento che ha tradito la sua responsabilità di rappresentare la sovranità popolare.

 Quasi immediatamente parte la campagna disinformativa e censoria ufficialmente sovvenzionata dallo stato, in Italia, articoli pubblicati in FDPCM sella Gazzetta Ufficiale.

 “Dall’inizio del 2020, c’è stata un’ondata di reclami sulla censura da parte di individui e gruppi che presentano punti di vista e informazioni eterodossi relativi a COVID, con ancora più reclami nel 2021 a seguito del lancio del vaccino COVID-19. Molti casi comportano la censura dei social media, inclusa la rimozione di account (“deplatforming”) o il blocco della visibilità dei contenuti di un utente senza informarlo (“shadow banning”) (Martin 2021).

Mentre i reclami riguardanti la censura scientifica e la soppressione hanno preceduto la pandemia (Elisha et al. 2021, 2022; Martin 2015), una nuova caratteristica dell’era COVID è il ruolo di primo piano svolto da società di tecnologia dell’informazione come Facebook e Google (Martin2021). Un esempio importante è stato il declassamento del sito Web della Dichiarazione di Great Barrington da parte di Google (Myers 2020). La Dichiarazione, guidata da tre epidemiologi delle università di Harvard, Stanford e Oxford, è stata pubblicata nell’ottobre 2020 (Kulldorff et al. 2020) e firmato da molti importanti scienziati e medici, tra cui il premio Nobel Michael Levitt. Ha discusso contro i blocchi universali affermando la necessità di concentrarsi sulla protezione dei gruppi vulnerabili. Tuttavia, per ridurre la diffusione, Google ha modificato il suo algoritmo di ricerca (Myers 2020). Nel febbraio 202, Facebook ha cancellato una pagina creata da un gruppo di scienziati coinvolti nella dichiarazione (Rankovic 2021). Nell’aprile 2021, YouTube ha rimosso una registrazione di un’audizione pubblica ufficiale sulla pandemia che comprendeva il governatore della Florida Ron De Santis e gli autori della Dichiarazione di Great Barrington. Uno di loro, il Prof. Kulldorff, che è uno degli epidemiologi ed esperti di malattie infettive più citati al mondo, è stato lui stesso censurato da Twitter nel marzo 2021 (Sarkissian 2021)

Casi simili abbondano. Ad esempio, il sito di networking di ricerca Research Gate ha rimosso l’articolo del fisico Denis Rancourt sulle maschere (Rancourt 2020) e nel 2021 lo ha bandito completamente (Jones 2021). Nel luglio 2021, LinkedIn ha sospeso l’account gestito dal dottor Robert Malone, virologo e immunologo riconosciuto a livello internazionale, azione ripetuta da Twitter nel dicembre 2021 (Pandolfo 2021).

 Ricordo che Robert Malone è l’inventore dei vaccini a mRNA.

 “…caratteristica unica della censura legata al COVID sono i suoi obiettivi. Molti dei medici e dei ricercatori censurati dalle più grandi aziende tecnologiche del mondo non sono figure marginali.  …si tratta di scienziati tradizionali, molti dei quali esperti di spicco che lavorano in prestigiose università e/o ospedali, alcuni dei quali sono autori di libri e hanno pubblicato dozzine o addirittura centinaia di articoli e i cui studi sono stati ampiamente citati. Alcuni di loro sono redattori di riviste medico-scientifiche e altri sono direttori di reparti medici o cliniche. Questa pesante censura è stata fatta con l’incoraggiamento dei governi (Bose 2021; O’Neill2021), che hanno collaborato con aziende tecnologiche come Facebook, Twitter e Google.

 Pratiche di censura sono state utilizzate anche dal Ministero della Salute israeliano (IMOH) e dai media contro medici e ricercatori le cui opinioni sono contrarie all’ortodossia istituzionale. Uno di questi esempi è il Consiglio di emergenza pubblica israeliano per la crisi del Covid19. L’organizzazione, composta da eminenti medici e scienziati, è stata presa di mira dall’IMOH e dai media numerose volte, inclusi attacchi a singoli membri dell’organizzazione (Reisfeld 2021).

 La censura COVID-19 è, in parte, un’esclusione delle opinioni di esperti dissidenti e cittadini che mettono in dubbio la posizione ufficiale. Questo tipo di censura è stato una caratteristica di molte altre aree controverse della scienza e della medicina, come l’AIDS, gli studi ambientali, la fluorizzazione e la vaccinazione (Delborne 2016; Elisha et al. 2021, 2022; Kuehn 2004; Martin1991, 1999; Vernon 2017). In effetti, la censura ha una lunga storia e il suo scopo è sopprimere la libertà di parola, le pubblicazioni e altre forme di espressione di idee e posizioni indesiderate che possono essere percepite come una minaccia per organismi potenti come governi e corporazioni.

 La censura di opinioni e punti di vista opposti o alternativi può essere dannosa per il pubblico

(Elisha et al. 2022), soprattutto durante situazioni di crisi come le epidemie, che sono caratterizzate da grandi incertezze, in quanto può portare alla perdita di opinioni, informazioni e prove scientifiche importanti. Inoltre, la negazione o il silenzio di opinioni contrarie può suscitare sfiducia pubblica (Gesser-Edelsburg eShir-Raz 2016; Wynne 2001). Gli studi hanno indicato che in situazioni di rischio, in particolare rischio che comporta incertezza, il pubblico preferisce la piena trasparenza delle informazioni, compresi i diversi punti di vista, e che fornirle non suscita reazioni negative in termini di comportamento, ma piuttosto aiuta a ridurre i sentimenti negativi e aumenta il rispetto del pubblico per l’agenzia di valutazione del rischio (DeVocht et al. 2014; Lofstedt 2006; Slovic 1994). Come avverte Wynne (2001), i tentativi della scienza istituzionale di esagerare il proprio controllo intellettuale e di usare la conoscenza come giustificazione per impegni politici, ignorandone i limiti, non fanno altro che alienare il pubblico e aumentare la sfiducia. Inoltre, la censura può essere controproducente, perché può portare auna maggiore attenzione prestata alle informazioni censurate, favorire la simpatia per coloro che sono censurati e promuovere la sfiducia pubblica nei confronti degli attori e delle agenzie impegnate nella censura (Jansen e Martin 2003, 2004, 2015). Ciò è particolarmente evidente nell’era di Internet. Mentre società di tecnologia dell’informazione come Google e Facebook svolgono un ruolo di primo piano nei tentativi di governi e autorità di censurare le posizioni dissenzienti su COVID-19 (Martin 2021), è una sfida seria raggiungere questo obiettivo completamente. La loro visibilità nei media mainstream e nei risultati di ricerca web può essere ridotta, ma ci sono troppe opzioni di comunicazione alternative per impedire ai dissidenti di comunicare le loro posizioni (Cialdini 2016). Pertanto, i tentativi di mettere a tacere e censurare i critici a volte possono ritorcersi contro.

Considerando l’entità della censura segnalata durante l’era COVID-19, e in particolare il numero di medici e scienziati affermati censurati e messi a tacere, nonché l’ampio coinvolgimento delle aziende tecnologiche, da un lato, e dei governi dall’altro, vale la pena indagare su questo fenomeno.

 L’effetto paradosso di tutta questa volontà di censurare e controllare è proprio il contrario di quello che si vuole: presto o tardi la gente capisce, vede, si preoccupa e si allontana perdendo la fiducia nei suoi leader. C’è un totale rigetto di tutto ciò che da quella parte proviene e così 122 milioni di dosi di vaccino sono scadute e da smaltire. Ma anche questa è una notizia che insospettisce, oramai: come mai avevamo ancora in scorta 122 milioni di dosi? Sono altre due dosi per ogni cittadino italiano che abbia almeno un giorno e sia ancora in vita, a qualunque età sia giunto. Secondo un calcolo più ragionevole diciamo 3 dosi per coloro che sono vaccinabili. Significa che erano state previste 6 o 7 dosi a testa. Ma questo vuol dire che si doveva sapere con largo anticipo che questi farmaci non sarebbero stati efficaci se non per pochi mesi…

Le tattiche di censura e repressione descritte dai nostri intervistati includono esclusione, etichettatura dispregiativa, commenti ostili e dichiarazioni minacciose da parte dei media, sia mainstream che social; licenziamento da parte dei datori di lavoro degli intervistati; indagini ufficiali; revoca delle licenze mediche; azioni legali; e ritiro di articoli scientifici dopo la pubblicazione. Esclusione: .in una fase molto precoce dell’epidemia, quando hanno appena iniziato a esprimere critiche o la loro diversa posizione, sono rimasti sorpresi nello scoprire che i media mainstream, che fino ad allora li avevano visti come intervistati desiderabili, hanno smesso di intervistarli.

 Ma l’esclusione era solo l’inizio, poi è arrivata la diffamazione e la denigrazione, di cui io stesso, nonostante la mia pochezza, sono stato oggetto: siamo stati tacciati di novax, negazionisti, complottisti, diffusori di disinformazione, criminali, da radiare e rimandare a studiare addirittura sospettati di non essere nemmeno laureati, un medico che non crede nella scienza e nei vaccini non è un medico! L’accusa era quella, infamante, di chiamarsi fuori dalla medicina e dalla scienza e uccidere i pazienti.

 “Una tattica importante che i nostri intervistati affermano sia stata utilizzata dai media per screditarli è stata l’uso di “fonti terze” apparentemente indipendenti, come altri medici, più giovani e di rango più basso, per indebolirli, ad esempio scrivendo articoli diffamatori:

Ma siccome ancora non bastava perché molti di noi avevano la stima e la fiducia dei pazienti, ecco arrivare l’infernale macchina dei fact checkers.

Un’altra fonte di “terze parti” utilizzata dai media, secondo i nostri intervistati, erano le organizzazioni di “fact checking”, una pratica apparentemente intesa a verificare le informazioni pubblicate per promuovere la veridicità delle notizie. Tuttavia, alcuni intervistati hanno affermato che i gruppi di verifica dei fatti sono stati reclutati e gestiti da aziende o altre parti interessate per screditarli e cercare di screditare le informazioni che hanno presentato: “…alcuni dei partecipanti hanno affermato che quei gruppi di “verifica dei fatti” sono stati utilizzati per screditare e diffamare non solo il ricercatore o il medico che ha presentato un’opinione o un’informazione contraria, ma anche altri che erano associati a loro.

Alcuni intervistati hanno affermato che i media li hanno perseguitati al punto da infangare il loro nome sul posto di lavoro, con conseguente licenziamento, o che sono stati costretti a dimettersi.

Alcuni intervistati hanno riferito di essere stati censurati sui social network (ad es. Facebook, Twitter, TikTok, YouTube, Google, LinkedIn) e hanno affermato che alcuni dei loro post, tweet, video o persino account sono stati rimossi dalle reti.

“…la rimozione dei loro materiali dai social network era accompagnata da un avviso in cui si affermava che avevano violato le “regole della comunità”. …e si trattava di materiale accademico, supportato scientificamente.

Alcuni degli intervistati hanno riferito di essere stati oggetto di diffamazione da parte della propria istituzione, con l’apparente intenzione di danneggiarne la reputazione e la carriera.

 A me sono stati cancellati diversi post su FB con l’avviso che non rispettavano gli standard o che erano stati valutati fake news da valutatori indipendenti, che mi risulta fossero tutto tranne che medici.

 Un altro tema che è emerso ripetutamente durante le interviste è stato che le ricerche critiche nei confronti delle politiche e dell’ortodossia delCOVID-19 sono state trattate in modi che gli intervistati non avevano mai incontrato prima nella loro carriera. Ciò includeva il rifiuto di articoli dalle riviste (spesso più volte) senza revisione tra pari, il processo di revisione e pubblicazione della rivista che richiedeva molti mesi in più rispetto allo standard e persino il rifiuto di articoli da server di prestampa come MedRXiv:

 Questo rende ragione del fatto che, in realtà, è stranamente difficile reperire studi che chiariscano i molti dubbi o sciolgano le molte riserve o plachino le molte ansie e paura riguardo a questi farmaci. Nessuno ha il coraggio di farli o la possibilità di pubblicarli. Spulciando con attenzione gli studi pubblicati però, si scovano dati che un medico può capire e interpretare correttamente pur se l’autore evita di farlo nell’abstract pena la non pubblicazione o nelle conclusioni che, inevitabilmente, richiamano la necessità di studi successivi e lasciano più dubbi di quanti ce ne fossero prima.

“…nel giugno2021, è stato rivelato che Google, accusato di aver messo a tacere la teoria del virus SARS-CoV-2 uscito dal Wuhan Institute of Virology, ha finanziato la ricerca sui virus condotta da uno scienziato collegato a Wuhan, Peter Daszak, attraverso il suo braccio di beneficenza, Google.org, per oltre un decennio. Google ha anche investito un milione di dollari in un’azienda che utilizza epidemiologi e analisi dei big data per prevedere e monitorare le epidemie. Il British Medical Journal ha rivelato che il processo di “verifica dei fatti” di Facebook e YouTube si basa su partnership con verificatori di fatti di terze parti, convocati sotto l’egida dell’International Fact-Checking Network (Clarke 2021). Questa organizzazione è gestita dal Poynter Institute for Media Studies, una scuola di giornalismo senza scopo di lucro i cui principali sostenitori finanziari includono Google e Facebook.

Per quanto riguarda gli interessi personali dei responsabili politici, un gruppo di controllo del governo degli Stati Uniti ha richiesto dati chiave sulla storia finanziaria e professionale del dottor Anthony Fauci, sostenendo che “Durante la pandemia, il dottor Fauci ha tratto grandi profitti dal suo impiego federale, royalties, vantaggi di viaggio, e guadagni sugli investimenti… (Wilson 2021). Roussel e Raoult (2020) hanno riscontrato conflitti di interesse simili tra i medici francesi che hanno preso posizione pubblicamente contro l’uso dell’idrossiclorochina.

 La censura mina la fiducia del pubblico nelle autorità, soprattutto se le informazioni nascoste e successivamente rivelate potrebbero essere costate vite umane, come durante le pandemie, che coinvolgono malattie, cure e vaccini (Gesser-Edelsburg e Shir-Raz 2018). Inoltre, la censura e la manipolazione delle informazioni sono incoerenti con l’essenza della scienza, poiché l’indagine scientifica richiede discorsi e dibattiti vigorosi. In effetti, i ricercatori hanno avvertito che invece di essere dibattuti, le controversie COVID vengono utilizzate per alimentare la polarizzazione, portando spesso alla demonizzazione e alla censura di prospettive alternative e all’imposizione di punti di vista tradizionali come se fossero verità assolute (Cáceres 2022; Marcon e Caulfield 2021).

Cáceres (2022) ha sostenuto che il fatto che il dibattito sia stato messo a tacere e le posizioni alternative siano state censurate è in realtà un diversivo dalla “scienza normale” (Kuhn 1962), che presuppone che normalmente emergano spiegazioni e risposte diverse a fatti di interesse scientifico, e abbiano la possibilità di risolvere nel dibattito scientifico convenzionale. Tale deviazione dalla prassi scientifica “normale”, sostiene Cáceres, suggerisce che le influenze “non scientifiche” sono all’opera. Questo diversivo è particolarmente preoccupante quando le voci messe a tacere sono quelle di un numero crescente di eminenti e rinomati scienziati e medici. La spinta a censurare e respingere le opinioni dissenzienti etichettandole come “disinformazione” condivide strette somiglianze con il “lavoro di confine scientifico,1999; vedi anche Harambam 2014).Creare un falso consenso censurando le informazioni e impedendo i dibattiti scientifici potrebbe portare gli scienziati, e quindi anche i politici, a sprofondare nel paradigma dominante, inducendoli a ignorare altre opzioni più efficaci per far fronte alla crisi o forse addirittura prevenirla. Tale “consenso” porta a una visione del mondo ristretta, che compromette la capacità del pubblico di prendere decisioni informate ed erode la fiducia del pubblico nella scienza medica e nella salute pubblica (Cernic 2018; Delborne 2016; Martin 2014, 2015; Vernon 2017).

E questo spiega molto bene come mai si siano fatti così tanti errori e così marchiani nella gestione della pandemia prima e dei vaccini dopo. Non c’è bisogno di pensare ad un complotto mondiale, basta già la stupidità e la pavidità dei decisori a spiegare il disastro.

Le pratiche di censura e silenzio possono avere conseguenze di vasta portata, manifestate nella violazione della libertà di parola e dei principi etici, danneggiando la scienza e potenzialmente mettendo a rischio la salute e la sicurezza pubblica (Elisha et al. 2022). I ricercatori hanno già avvertito che la crisi COVID-19 conferma le precedenti preoccupazioni sulle implicazioni deleterie della censura (Cáceres2022; Mucchielli2020). Concordiamo con l’affermazione di Cáceres secondo cui la censura e il dogma sono estranei alla vera scienza e devono essere abbandonati e sostituiti da una discussione aperta ed equa.

I principi etici! In alcuni precedenti articoli ho già sviscerato il problema etico, e ancora lo farò, ma è di vitale importanza riuscire a vedere come tutto, tutto, abbia trasgredito clamorosamente ogni dettato etico e deontologico ribaltando principi e valori e confondendo e contraddicendo i veri imperativi etici.

“Al posto di una discussione aperta ed equa, la censura e la soppressione del dissenso scientifico hanno implicazioni deleterie e di vasta portata per la medicina, la scienza e la salute pubblica.”

Dunque la famosa frase “BISOGNA AVER FEDE NELLA SCIENZA” è, in realtà, l’affermazione più antiscientifica che si possa fare. La scienza, per progredire, deve continuamente mettere in discussione sé stessa e smentirsi, altrimenti si torna all’ipse dixit il cui significato letterale è “l’ha detto lui” richiamandosi all’indiscussa autorità di qualcuno, in questo caso della scienza, ma la scienza non ha alcuna autorità, non essendo soggetto attivo e non avendo altro da offrire che “certezze” prossime a scadenza. Ciò che in realtà consente alla scienza di progredire è la continua sottomissione delle sue “certezze” alla revisione del dubbio e alla verifica operata con metodo scientifico, proprio quello che ci si rifiuta di fare da tre anni a questa parte e l’unico atteggiamento, in verità, che si potrebbe definire scientifico. Da questo discende che tutti coloro che si sono appellati alla scienza per imporre la propria volontà, mettendo a tacere la critica e il dissenso, tutto erano tranne che scientifici, medici, virologi, o politici che fossero.

Stiamo dando per scontate un sacco di cose, stiamo evitando di farci domande, e non stiamo cercando affatto risposte. E non è vero che l’incidenza attuale di morti improvvise non è diversa dal solito. Abbiamo un eccesso di mortalità, noi come altre nazioni, ma cerchiamo di spiegarlo nel modo più indolore possibile spacciandole per morti naturali e negandone la dimensione, però vere indagini non se ne stanno facendo, mi pare. Io sono un medico in attività, e non è che non vedo quel che succede tra i miei pazienti e tra i miei colleghi. In tempi normali il mio parlar di dubbi avrebbe suscitato la pura e semplice curiosità di sapere perché. Oggi invece non si può. Basta usare questa parola nel più grande gruppo italiano su FB di medici come ho fatto spesso, e si viene immediatamente censurati. A me non pare affatto che sia normale. La scienza e la medicina vivono di dubbi e quando succede qualcosa di inaspettato si dovrebbe sviscerare il fatto fin nel profondo per capire. Francamente non mi pare proprio che lo si stia facendo con tutte queste morti improvvise e improvvide in circostanze tali da non essere mai avvenute prima. Eppure motivi di perplessità ce ne sono a mucchi. Può darsi che chi dovrebbe prendersi in carico il problema non ne abbia nessunissima voglia e stia aspettando, e sperando, che il fenomeno passi rapidamente per poterselo dimenticare dopo averlo catalogato come normale. Ma non credo che questo avverrà, ahimè; credo anzi che diverrà tanto palese e drammatico da obbligare tutti a riconoscerlo, non potendo più negarlo.

La dittatura sanitaria ha certamente goduto del piacere sommo di esercitare il suo potere illimitato su tutti noi, non solo obbligandoci, incarcerandoci, ricattandoci minacciandoci e, alla fine, inoculandoci ma esercitando il piacere infinito e sadico della censura in ogni sua forma; ma ora, per i nostri patetici oppressori, arriva il tempo dei dolori, delle figure barbine, dell’indecoroso e indignitoso perseverare piagnucolante e impotente, del mostrare la propria squallida nudità e pochezza che i più astuti celano in un’eclisse totale ma che, comunque, nessuno scorderà, non s’illudano. Il tempo è galantuomo e la verità, malgrado tutto, s’impone, cadendo sul tavolo delle carte mischiate per il suo stesso peso. Se una volta ci volevano secoli, oggi, in un mondo globalizzato e supercomunicante, i tempi sono rapidissimi e si contano in mesi. Sappiatelo, signori dai progetti vergognosi e abominevoli, il tempo già vi tallona da presso, e con esso, la meravigliosa verità!

Medico chirurgo e consigliere Direttivo EUNOMIS*


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