INFEZIONE VACCINALE? Paradossi e pericoli della scienza moderna

di Silvano Tramonte*

Sembra un ossimoro ma è proprio quello che potrebbe capitarci coi nuovi vaccini autoreplicanti: una vera e propria infezione da vaccino che moltiplicandosi nel nostro corpo esattamente come fa un virus invaderebbe ogni organo e tessuto di sa-mRNA e spike vaccinale. È possibile mai? È possibile che si possa fare una cosa così stupida? E pericolosa? Si, è possibile, se si abbandona la buona medicina e si abbracciano deliri di onnipotenza scientifica ubriacati dalle possibilità di facili e immensi guadagni, incuranti di ogni altra cosa, ogni possibile rischio o problema, esattamente come è stato fatto per i vaccini a mRNA, solo che questi nuovi vaccini potrebbero rivelarsi, e sono sicuro che sia così, molto più pericolosi e inarrestabili. Vediamo allora cosa sono e come funzionano questi nuovi profarmici e quali sono i rischi possibili o addirittura probabili. Cercheremo anche di capire perché, un perché plausibile e accettabile, di questa nuova accelerazione verso l’ignoto e tutti i rischi che comporta, questi assolutamente noti e prevedibili.

Quali sono i difetti che “vecchio” profarmaco che questo nuovo dovrebbe risolvere? SE non consideriamo affatto, come del resto nessuno ufficialmente fa, la sua pericolosità allora i difetti sono riconducibili alla quantità di vaccino che si doveva inoculare e alla scarsa durata della sua efficacia, quantificabile in mesi, che aveva indotto ad eseguire un numero di richiami, variamente definiti, che non si era mai visto nella storia dei vaccini.

Il “vecchio” preparato genico era costituito da una stringa di mRNA, RNA messaggero che porta l’informazione codificante la produzione di una determinata proteina, in questo caso la spike, questa stringa era contenuta in un vettore lipidico che la portava dentro una cellula. Una volta entrata la nanosfera lipidica veniva dissolta e l’mRNA veniva tradotto e prodotta la spike che in parte veniva riversata nello spazio interstiziale extracellulare e in parte restava sulla membrana cellulare, innescando fenomeni autoimmuni. Dal punto di vista immunologico questo profarmaco aveva un mucchio di difetti: dava una immunizzazione mirata sulla sola spike invece che su tutte le componenti virali col risultato di essere troppo specifico e poco efficace dato che la proteina mutava spesso e volentieri, mancavano totalmente gli anticorpi mucosi capaci di sbarrare l’accesso alle cavità naturali, l’esigua durata della protezione che obbligava a continui richiami, l’assuefazione del Sistema Immunitario all’antigene, le reazioni autoimmuni, l’eccessiva stimolazione del SI con continui richiami che alla fine ne comportava la depressione e la maggiore suscettibilità alla malattia. Questi i difetti specifici dal punto di vista vaccinale cui si aggiungevano tutti gli innumerevoli effetti avversi, reazioni gravi, tossicità, cancerogenicità, genotossicità, neurotossicità, autoimmunità, trombogenicità ecc. ecc.

Ingegnerizzazione di genoma di alfavirus a RNA a singola elica positiva in grado di codificare per le proteine. Questi sono virus la cui elica si divide in due parti, la prima contiene i geni codificanti la replicazione e la seconda codificante per le proteine di struttura virale. Una recente teoria ipotizza che la vita sia partita dal RNA e non dal DNA, che ne sarebbe una specializzazione evolutiva successiva. Questo spiegherebbe come sia possibile l’autoreplicazione del RNA e non del DNA. Il fenomeno dell’autoreplicazione del RNA è presente in questi alfavirus il cui materiale genico è stato ingegnerizzato sostituendo la parte che porta i geni per le proteine strutturali virali con i geni codificanti la proteina spike, quella classica vaccinale che ben conosciamo. Quindi cosa succederà con questi nuovi profarmaci, che come vedete mi rifiuto di chiamare vaccini perché concettualmente non lo sono affatto e i concetti sono importanti per comprendere e valutare correttamente la realtà? Succederà esattamente questo: verrà inoculata una dose di questo materiale genico ingegnerizzato e manipolato che, una volta entrato nel corpo ricevente penetrerà nelle cellule e forzerà la produzione della spike esattamente come quello vecchio, la stessa precisa identica spike attiva, tossica e resistente alla degradazione, ma oltre a ciò farà una cosa a mio avviso gravissima, perché del tutto incontrollabile nel tempo e nella forma, riprodurrà sé stesso (autoreplicazione) indefinitamente garantendo la continua e costante produzione di spike con un’aggravante che costituisce il vero serio pericolo di questo prodotto: la produzione di spike sarà continua nel tempo indefinitamente e in dose sempre maggiore in virtù del fatto che l’RNA continuerà ad autoreplicarsi e aumentare dunque sé stesso e, dunque, la produzione di spike. Il che non porterà niente di buono se già quello vecchio ha fatto disastri, figurarsi questo, che si configura come un’infezione che non si estingue mai. Ma non finisce qui, purtroppo. Quello che sto per dirvi è qualcosa di addirittura raccapricciante: c’è la fondata possibilità che, proprio come un’infezione, questo siero contagi le persone che non l’hanno assunto. Proprio così, proprio come un virus. Cercherò di chiarirne il meccanismo. Abbiamo visto, dunque, come questo profarmaco genico a base di RNA autoreplicante, una volta entrato nella cellula la infarcisca di copie di sé stesso e di proteina spike, di cui l’aumentare continuo del RNA moltiplica le quantità di proteina spike prodotta e producibile in un circuito senza fine. Bene, questo infarcimento arriva ad essere tale da compromettere la salute della cellula e innescare fenomeni di eiezione. I meccanismi fondamentalmente sono due: incapsulamento esosomiale e veicolazione ectosomiale. La prima è una nanovescicola che si produce all’interno della cellula e incarcera la proteina o l’RNA e che viene espulsa all’eterno, mentre la seconda è una introflessione di membrana cellulare che incarcera RNA o proteina spike e la espelle all’esterno. In pratica la cellula si libera della spazzatura interna e la riversa nello spazio esterno interstiziale, venendo poi drenata dal circuito linfatico o sanguigno ed essendo veicolata in ogni parte del corpo. Ma, per ragioni quasi ovvie di necessità di scambi vitali, soprattutto nei polmoni, che si riempiranno di nanovescicole le cui dimensioni nanometriche consentiranno l’espulsione per via aerea e, dunque, la possibilità di essere inalate da chiunque sia nelle vicinanze e ne venga praticamente infettato dato che le nanovescicole, sia che contengano spike e sia che contengano RNA  codificante la spike e sé stesso, sono attive e capaci di penetrare nella cellule del nuovo ospite proprio come una infezione. Lo stesso vale per i fluidi corporei. IL fenomeno è già stato accertato per la spike vaccinale del vecchio profarmaco, per questo nuovo non possiamo affermarlo con certezza ma non possiamo non considerare la possibilità, neppure tanto remora, che questo accada e allora sì sarà caccia all’untore. Prevedo grandi ricadute sociali, e di pessima natura, che ci faranno rimpiangere la caccia alle streghe e le discriminazioni appena vissute col primo farmaco.

Ora resta da chiedersi, però, oltre a tutto ciò, come reagirà il Sistema Immunitario a questa inesauribile e continua iperstimolazione, se già abbiamo visto come l’eccesso di richiami ne indebolisse le reazioni e inibisse l’attività?

Secondo i produttori sarebbero più efficaci sicuri ed economici. Più efficaci possiamo aspettarci che lo siano ma nel creare problemi superiori a quelli creati dai vecchi, più sicuri impossibile dato che hanno una maggior carica aggressiva e per di più inesauribile, più economici sicuramente: dove prima ci volevano 4 o 5 dosi per ottenere la negativizzazione della protezione qui potrebbero bastare pochi mesi per ottenere lo stesso risultato, e poi cosa succederà, visto che la produzione di spike e la replicazione del RNA non è arrestabile né controllabile?

Un vantaggio certo ci sarebbe nella produzione dei vaccini perché da una sola preparazione farmaceutica si possono ottenere più dosi. Ma questo a tutto vantaggio del produttore non certo del singolo utilizzatore. Sarebbe più facile procedere alla vaccinazione di massa: basterebbe una sola dose e in più col fenomeno della trasmissione per via aerea e fluidi corporei si potrebbero vaccinari anche i renitenti.

Nulla è certo, dato che, come al solito, ormai, non ci sono studi atti a chiarire questi aspetti ma certo i presupposti sono veramente molto preoccupanti. E siamo certi di essere gli unici a preoccuparsene, tanto certi che, difatti, la commercializzazione è già stata autorizzata. Disattendendo, come ormai è prassi, il principio di massima precauzione e tutti i dettami deontologici della medicina e della terapia. Oltre a quelli sui farmaci sperimentali.

 

*Medico Chirurgo e Vicepresidente di EUNOMIS


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