*di Silvano Tramonte
La questione non è di poca importanza dato che se i vaccini sono farmaci non tutti farmaci sono vaccini ma la categorizzazione esatta riflette due diverse normative di autorizzazione e sperimentazione. Sappiamo che si è cambiata la definizione di vaccino per far accettare questi farmaci a mRNA come vaccini e godere del senso di sicurezza che la parola vaccino avrebbe infuso, contrariamente a quella, corretta, di terapia genica sperimentale, che non sarebbe stata autorizzata e neppure si sarebbe potuta proporre come uso di massa. Io mi sono sgolato a chiarire la cosa sempre e dovunque ma la maggior parte dei miei colleghi medici mi ha sempre deriso. Ora viene fuori questo studio ( www.mdpi.com/1422-0067/23/18/10881/htm ) a darmi pienamente ragione e a confermare, tra le righe, che abbiamo sbagliato tutto e abbiamo sbagliato con dolo.
Le conclusioni sono, letteralmente: “Sfortunatamente, al momento non abbiamo quasi nessuna delle informazioni necessarie per affrontare e gestire tutti questi aspetti e per utilizzare i vaccini mRNA COVID-19 in modo consapevole, mirato e razionale. I vaccini COVID-19 mRNA sono in realtà farmaci, e di conseguenza la loro farmacocinetica e farmacodinamica, ed eventualmente anche la loro farmacogenetica, devono essere adeguatamente caratterizzati per fornire un solido background di conoscenze per il loro uso razionale e mirato, smettendo così di “giocare a dadi” con questi prodotti per l’errata convinzione che lo stesso vaccino alla stessa dose faccia bene a tutti e che gli effetti avversi si verifichino solo per caso.”
*Medico chirurgo e consigliere Direttivo EUNOMIS