di Silvano Tramonte*
Guida pratica per riconoscerla: se la conosci la eviti!
La disinformazione può arrivare da dove meno te lo aspetti, anche da chi, per sua natura, dovrebbe difendercene. Può essere fatta in buona fede o malafede a seconda che chi la fa crede davvero nella “verità” che propala oppure è consapevole di dire cose inesatte o false. Proviamo a capire come ci si può difendere. Prendiamo per esempio un articolo comparso su Genova Today con un’intervista al prof. Bassetti.
Ora, non possiamo sapere cosa abbia detto effettivamente Bassetti e neppure possiamo sapere se quel che ha detto sia stato riportato puntualmente ma quel che è certo è che ci troviamo davanti ad un bell’esempio di disinformazione. Vediamo perché.
Partiamo dal titolo: Bassetti:” I novax danneggiano anche la campagna del vaccino antinfluenzale, i risultati purtroppo si vedono.”
Due punti virgolette vuol dire che si stanno riportando fedelmente le parole di chi è stato intervistato. Ma chi ce lo garantisce? Una volta, quando i giornalisti seguivano orgogliosamente il proprio codice deontologico, si poteva dare per certo, ma oggi, purtroppo, non è più così. Lo stesso vale per i medici: non esisteva proprio che un medico desse informazioni sbagliate volontariamente. Dunque, almeno uno dei due, se non proprio entrambi, già nel titolo, infrange il proprio codice deontologico e ci ammannisce una bella notiziola con alcune trappole logiche che adesso disattiveremo.
1) NOVAX. Questo termine indica una persona contraria alla somministrazione di vaccini soprattutto in età infantile. Ho usato il plurale perché il novax è un antivaccinista totale nei confronti di qualunque vaccino, della pratica stessa. Il movimento antivaccinista non è prerogativa di questi ultimi due anni ma esiste dai primi del 1800, e cioè dalla scoperta dei vaccini. Non ci interessa in questa sede farne la storia bensì chiarire che il novax non è contro un solo vaccino ma contro tutti i vaccini in assoluto. Chi è contro un solo vaccino non è un novax ma è qualcuno che dubita di quel singolo vaccino per qualche ragione specifica: non sufficientemente testato, malamente testato, sospetto di conflitti d’interesse, utilizzo di tecnologie sconosciute, utilizzo di sostanze potenzialmente nocive, mancato rispetto dei principi fondamentali della medicina ecc. ecc. Siamo dunque in presenza di ignoranza storica del fenomeno che sta alla base del novaccinismo, dell’uso strumentale e capzioso di una parola che ha un significato totalmente diverso con l’intento precipuo di dare origine ad un movimento razzista discriminatorio, e ad una precisa volontà non già di informare ma di manipolare la verità e le menti delle persone. Ora, per sapere chi sia, dei due, il soggetto da catechizzare basterà andare a vedere chi tende ad usare questa parola in questo modo.
2) DANNEGGIANO ANCHE LA CAMPAGNA DEL VACCINO ANTINFLUENZALE. Si dà ad intendere che una campagna vaccinale precedente sia stata danneggiata pesantemente. La campagna precedente è quella contro il sars-cov-2. Ora, la campagna contro il sars-cov-2 non è neppure partita per il semplice motivo che il sars-cov-2 è un virus e non esiste un vaccino contro questo virus. Esiste un farmaco, diventato vaccino solo in virtù del fatto che se ne è modificata la definizione proprio per poterlo considerare tale, contro la covid-19, che non è un virus ma una patologia e le patologie si curano con le medicine non con i vaccini. Difatti un farmaco il cui effetto è così limitato nel tempo da durare solo pochi mesi non può essere considerato vaccino nemmeno con la nuova definizione ma solo trattamento farmacologico preventivo da rifare ogni 4/6 mesi. Differentemente il trattamento a base di vitamina D che molti fanno una volta all’anno per prevenire patologie all’apparato muscolo-scheletrico potrebbe essere considerata una vaccinazione!
3) ANCHE LA CAMPAGNA Se ci si riferisce, come pare, alla campagna contro la covid19 allora non mi pare che sia andata così male visto che, stando ai dati ufficiali in Italia sono stati vaccinati più del 90% dei soggetti vaccinabili. Se questa campagna è andata male in seguito, è per un solo ed unico motivo: la gente ha capito che non si sarebbe fermata più e ha deciso, pur vaccinata, di sospendere l’assunzione delle dosi. Ma se in questo c’è una responsabilità va ricercata nella disinformazione volontaria con cui si è gestito l’inizio della campagna vaccinale, nella manipolazione dei dati, nella confusione e nella negazione delle verità o nel tentativo di nasconderla, nella mancanza di professionalità e di deontologia medica, tutte cose che alla fine hanno scoraggiato la fiducia iniziale delle persone.
Il giornalista, dopo aver riportato una serie di opinione del noto virologo del tutto opinabili ma legittime, a un certo punto dice: “… aveva infatti spiegato (Bassetti) che i reparti sono pieni di casi di pneumococco e altri virus influenzali”. Dovete sapere che lo pneumococco è un batterio non un virus. Senza stare a fare un trattato di patologia infettiva vi dirò solo che tra batteri e virus corre la medesima differenza che corre tra la Terra e Marte. Dunque, lo pneumococco non è un virus e tanto meno un virus influenzale. Bassetti sicuramente lo sa ma il giornalista scientifico che si occupa di divulgazione scientifica e medica ugualmente non può non saperlo e se non lo sa dovrebbe astenersi dall’occuparsene senza la necessaria preparazione o, come si diceva una volta, etica professionale, che sarebbe quella che dovrebbe obbligare a controllare sempre le notizie e i dati proprio in omaggio alla verità e alla corretta informazione.
L’articolo si conclude con un monito terroristico di Bassetti che prevede l’invasione degli ultracorpi e la strage dei poveri umani che, per Natale, non si sono regalati un bel vaccino. Antinfluenzale. Almeno!
E per i più fedeli c’è una bella promozione in arrivo: due al prezzo di uno.
Buon Natale a tutti ma, soprattutto, Buon Anno Nuovo. E che lo sia davvero…
Medico chirurgo e consigliere Direttivo EUNOMIS*