Sodoma era un’antica città della Palestina meridionale. Secondo la narrazione biblica, poiché nella città infieriva il vizio, Dio la distrusse insieme a Gomorra mediante un cataclisma. Similmente a Sodoma e Gomorra, cadute in preda al vizio, alle perversioni che ad esso si accompagnano e ad ogni sorta di depravazione, la Sanità, non solo in Italia ma in tutto il mondo, sta attraversando la sua fase più buia dai tempi di Ippocrate, sempre lui, chiamato in causa sempre in virtù del suo famoso giuramento. Ma prima di andare avanti nell’argomentare, chiariamo il significato delle parole che ho usato. DA TRECCANI: perversióne s. f. – 1. Genericam., deviazione, allontanamento dalle norme morali e sociali riconosciute e condivise: p. dei costumi, dei principî, degli animi; depravato v. tr. – Guastato, corrotto moralmente; infine vìzio s. m. [dal lat. vitium «vizio»; cfr. vezzo]. – 1. Incapacità del bene, e abitudine e pratica del male; il concetto del vizio, sul piano morale, è dunque strettamente correlativo a quello della virtù, di cui costituisce la negazione. Errore, scorrettezza.
Dunque il vizio è negazione di virtù, incapacità del bene e abitudine e pratica del male, immoralità che porta a perversione e depravazione. Chiarito questo, andiamo avanti e torniamo alla sanità. I tre grandi fenomeni in atto, al momento, che la riguardano sono: 1) La disputa su pandemia e vaccini 2) la digitalizzazione della medicina. 3) La finanziarizzazione e trasformazione in oggetto economico.
DISPUTA SU PANDEMIA E VACCINI – Osservando quanto accade a livello accademico e scientifico da cui origina la gestione della pandemia, pare che si stia assistendo ad un confronto pacato e quasi accademico tra differenti opinioni scientifiche e differenti visioni mediche, a cui però corrisponderebbero azioni completamente diverse e opposte sul piano pratico (mascherine si no, tamponi si no, green pass si no, vaccini si no ecc. ecc.) sulla normazione, gli obblighi, e la giurisprudenza relativa. La compostezza e la tranquillità di questa disputa si attaglierebbe perfettamente al confronto di opinioni più teoriche che pratiche, come sarebbe se fosse pura accademia, ma che invece sono più pratiche che teoriche com’è, in effetti, per la vitale importanza della questione, e non a caso dico vitale dato che i pazienti ci perdono la salute e anche la vita. Eppure i toni, a livello accademico poiché invece a livello mediatico è assai diverso, restano pacati, come se la parte debole e minoritaria volesse quasi scusarsi per disturbare e affidasse alla moderazione e alla pacatezza la chance di farsi ascoltare, seppure con sufficienza. Ebbene, vorrei dire a quanti mi leggono e alla gente comune che, poco o tanto, segue il dibattito, che non è affatto il confronto tra due opinioni pur valide di cui ci sia da valutare la maggior bontà dell’una sull’altra ma di un vero e proprio scontro. Uno scontro violento di una violenza trattenuta, uno scontro drammatico e vitale, una guerra tra due grandi e storici antagonisti: il bene e il male. Quel male che ha conquistato la sanità e pervertito la maggioranza dei medici, dei magistrati, dei politici, e i principali poteri dello stato. Quel bene rappresentato dai pochi che si sono ribellati all’inizio e ai molti che si sono affiancati lungo la strada in questa marcia verso la verità, la libertà, la giustizia, la morale. Rischiando ad ogni passo fino a convergere tutti insieme in quel magnifico evento che è stato il primo congresso di ContiamoCi e a permettere, or è un anno, la nascita di Eunomis. Non un confronto di opinioni ma lo scontro antico tra bene e male. Luce ed ombra. Giusto e ingiusto. E il male è sbagliato, scientemente e volontariamente dannoso.
DIGITALIZZAZIONE DELLA MEDICINA – Nell’era della digitalizzazione era inevitabile che si arrivasse a digitalizzare anche la medicina. Ma se il male ha conquistato la sanità può un suo mezzo o una sua opera essere bene? Vediamo.
Senza entrare troppo in profondità in discorsi che possono essere assai complicati e non alla portata di tutti, identifichiamo il digitale con la macchina (informatica, robotica). La macchina può essere al servizio dell’uomo, come è sempre stato da quando esistono le macchine, oggi in fondo sono solo un “poco” più complesse ma anche più efficienti, ma deve restare al servizio dell’uomo e sotto il controllo dell’uomo. Devono essere usate da un uomo e non devono essere autonome. Se diventano autonome prendono il controllo sull’uomo. L’automatizzazione della macchina e l’affidarsene è pericoloso per una quantità infinita di motivi che non si possono affrontare in questa sede per cui mi limiterò a citarne uno solo immediatamente comprensibile: la medicalizzazione della vita. Lo sguardo medico si allarga sempre di più a vasti strati della società, si intreccia in modo inestricabile con la politica e con le forme di controllo e di polizia. Lo sguardo medico, sotto il nome di “Comitato tecnico scientifico”, decide se e come i cittadini possono esercitare le proprie libertà e i propri diritti. È quello che abbiamo vissuto in questi ultimi due anni, stiamo vivendo, e che chi ci governa vorrebbe che continuassimo a vivere. E la macchina è la ferrea esecutrice dell’istruzione ricevuta: legge un QR e annienta i diritti di chi non l’ha. L’altro aspetto fondamentale è che quanto più si digitalizza tanto più si allarga la frattura e l’allontanamento tra medico e paziente, tanto più il medico sposterà la sua attenzione sul mezzo digitale e tanto meno vedrà il paziente, gli parlerà, lo toccherà, gli sorriderà e lo rassicurerà, o consolerà, o supporterà empaticamente. E non dimentichiamoci che tutto questo è componente fondamentale del successo terapeutico.
Dal digitale al virtuale il passo è breve. Al San Paolo di Bari, hanno aperto il primo reparto gestito solo da infermieri, e computer, dedicato agli asintomatici. Nasce dunque l’asintomatologia, specialità della medicina che si occupa della cura dei sani. Mi chiedo come otterranno i ricoveri, o come diavolo può venire in mente a un asintomatico di ricoverarsi in ospedale!? Ne vogliamo parlare?
LA FINANZIARIZZAZIONE E TRASFORMAZIONE IN OGGETTO ECONOMICO – La distruzione del sistema sanitario è passato attraverso la radicale trasformazione di un servizio umanitario in servizio commerciale. Le strutture sanitarie sono diventate aziende con obbligo di profitto e necessità di promuovere le vendite e produrre redditi, i medici sono diventati dei venditori di terapie, i pazienti interlocutori commerciali e dunque dagli interessi contrastanti ed antitetici a quelli dei sanitari, e il capitale è entrato nella relazione medico paziente. Nasce la medicina difensiva e muore l’alleanza terapeutica. Se possiamo credere che in questi due anni non ci siano state ingerenze economiche nella gestione dell’emergenza sanitaria o interessi economici, da parte di tutti gli attori principali allora potremo avallare il sistema e la relativa gestione sanitaria degli ultimi 30 anni e, peggio, degli anni futuri.
E ora torniamo a Sodoma e Gomorra, distrutte dalla furia divina per essersi abbandonate ai vizi e alle perversioni. Nessuna furia divina salverà invece la nostra sanità, e per estensione la nostra società, e per estensione noi stessi, oggi, dal vizio e dalla caduta delle virtù, come questi ultimi due anni hanno abbondantemente dimostrato, ma se dobbiamo assumere un atteggiamento biblico ricordiamoci il motto “aiutati che Dio t’aiuta!”. Quelli di noi che ancora perseguono la virtù devono combattere! Non farlo significa aprire la strada al peggio. Non combattere significa abdicare alla responsabilità del giusto e sottomettersi al male. Non combattere significa tradire l’imperativo kantiano dell’uomo etico. Non combattere significa, infine e soprattutto, abbandonare e tradire i nostri figli e i figli dei nostri figli. E, per me, e per tutti i medici come me, tradire il più intimo e profondo significato del Giuramento d’Ippocrate. Il Medico ha una missione e, come in tempi più appassionati capitò, deve essere disposto a portare alle estreme conseguenze la sua missione e farsi, all’occorrenza, medico guerriero e impugnare quell’arma infallibile e non violenta di cui tutti possiamo disporre e che non è altro che avere il coraggio di dire: no! Se lo facessimo tutti insieme avremmo già vinto in quello stesso momento.
Dr. Silvano Tramonte
Coordinatore Gruppo Medico Scientifico EUNOMIS